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Almeno questa è l’intenzione. Ma quale Storia? Forse questa è la domanda principale.  Una Storia mistificata, manipolata, falsificata sistematicamente da alcune decine d’anni? Attenzione! Nessuno a queste latitudini si crede depositario della verità.  Il movente della ricerca è proprio la verità vera, documentale e documentata, l’analisi dei documenti, l’approfondimento di quanto sarebbe stato possibile fare e non fu fatto, con tutti i retroscena. Senza dimenticare che molti documenti non sono reperibili per vari motivi: perdite e distruzione di archivi causati dal conflitto, scomparsa mai chiarita di dossier compromettenti, assenza di conservazione opportuna,mancanza di conservazione e protezione.. Infatti ancora oggi a tanti anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, gran parte della documentazione presente negli Uffici Storici di Forza Amata è lungi dall’essere classificata e tantomeno inserita in programmi informatici, al punto che i ricercatori difficilmente possono reperire documenti decisivi per chiarire episodi ancora oggi o avvolti da interrogativi inquietanti o addirittura impossibilitati a ricostruire le varie fasi di operazioni altamente significative, se non di esito decisivo di una battaglia.
Un sito, quindi, che proporrà alcuni interrogativi e tenterà di fornire per quanto possibile le risposte esaustive, lasciando, come purtroppo sarà in evitabile, numerosi punti di domanda, o – se si preferisce-tratteggiando ipotesi o delineando indizi.
Si apriranno i lavori con un titolo piuttosto provocatorio: Generali controluce: una ricostruzione del ruolo e delle scelte effettuate dai massimi responsabili delle Forze Armate inquadrate nell’analisi schematica, ma non per questo meno attendibile, di soluzioni  rimaste lettere morte, possibili soluzioni ignorate o sottovalutate : questo anche per confutare le affermazioni degli Storici ufficiali, secondo cui l’Italia commise il gravissimo, esiziale errore di entrare nel secondo conflitto mondiale  militarmente impreparata, raffazzonata e senza alcuna speranza di poter dimostrare il proprio valore, per sostanziale incapacità, inferiorità scientifica e tecnica. Non si pretende, sicuramente, di dimostrare il contrario, ma solo di evidenziare quanto fosse possibile fare e non fu fatto, realizzare e non venne concretizzato, disponibile e non impiegato. Nulla cambia, nulla muta, ma almeno si tenterà di dimostrare, che forse non si era proprio così scalcinati come certa storiografia ufficiale,  finanziata generosamente con denaro pubblico,  da decenni va affermando, trasformandosi nel portavoce della presunta verità conclamata e sulla cui base si è costruita l’ambigua, equivoca reputazione dell’Italia attuale. (La Redazione).