(Interpretazioni ad 'usum delphini')

”Dopo l’action of Calabria, del 9 luglio 1940 e fino allo sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943 (…) alla Royal Navy rimase, nel Mediterraneo, soltanto il Sea Denial, ovvero una guerriglia marittima contro il traffico dell’Asse rivelatasi, ben presto, costosa e insufficiente, ovvero strategicamente inutile e, alla lunga rovinosa, visto che compromise, per la primavera 1943, per la prima volta nella storia, qualsiasi speranza di vittoria <inglese> lasciando spazio, viceversa al predominio statunitense, a sua volta geopoliticamente compatibile (…) con gli interessi italiani, come avevano correttamente apprezzato i maggiorenti economici nostrani sin dagli anni Trenta”(??? È questo il sistema (o il metodo) valutativo degli industriali e grandi capitalisti nostrani?)


Di sciocchezze clamorose l’autore delle parole, qui riportate tra virgolette, ne ha scritte tante nella sua lunga carriera di <portaborse> degli interessi della Marina Militare  a fronte degli eventi della seconda guerra mondiale,segnatamente per quanto attiene alla guerra aeronavale nel Mediterraneo, ma il voler a tutti i costi  tentare di avallare e rafforzare le tesi sostenute nel Suo  “La vittoria in prestito” (Supplemento alla Rivista Marittima N° 5 Maggio 2003”) ha un sapore acido e sgradevolissimo.


Sicché, la guerra marittima condotta dai Britannici nel Mediterraneo dal Giugno 1940 sarebbe stata una <guerriglia marittima> costosa e insufficiente? Oltre che controproducente…?
Come giudicare la distruzione del <convoglio Tarigo> la notte del 16 Aprile 1941: cinque  piroscafi: Sabaudia, Arta, Adana, Aegina, Iserlorn e tre cacciatorpediniere ( unica scorta) Lampo. Baleno e appunto, Tarigo, colati a picco in meno di un’ora, rilevano gli storici nel ricostruire la tragica vicenda.
E  come valutare quanto accadde il 9 novembre 1941 ai sette piroscafi italiani: San Marco,Rina Corrado, Conte di Misurata, Duisburg, Minatitland, Sagitta, Maria. Annientati in meno di cinque minuti da due piccoli incrociatori britannici, Aurora e Penelope, e due caccia torpediniere Lively e Lance. La scorta, diretta, in tutto sei cacciatorpediniere, perdette per il fuoco nemico il Fulmine e il Libeccio, mentre Oriani e MaestraLe furono seriamente danneggiati. La scorta tattica: Incrociatori pesanti Trento e Trieste (armati con cannoni da 203 mm.) e  quattro cacciatorpediniere , virarono di bordo e si allontanarono dal convoglio, lasciando mano libera al nemico che fece letteralmente  a pezzi tutto il convoglio con un preciso e fulminanteil tiro al bersaglio.  L’ammiraglio che comandava quelle navi, nel complesso ben più potenti in fatto di numero  e volume di fuoco, rispetto al nemico, addusse a giustificazione della sua prudenza (si classifica così?) il fatto che il nemico possedeva il radar e lui no. Altra giustificazione vantata il fatto, si affermava, che gli incrociatori Trento e Trieste non disponevano di munizionamento idoneo a quel tipo di combattimento notturno ( forse il riferimento era alla mancanza di proietti a vampa corta?) forse che di notte sul mare non si era già ampiamente combattuto? E che dire del fatto , e ben lo sapeva l’alto comando navale, Supermarina,  che l’Italia disponeva del radar, denominato radio detector telemetro, dalla fine del 1939, apparato che nell’aprile/maggio del 1941, quindi pochi mesi prima, aveva ufficialmente dimostrato le proprie capacità davanti alle massime autorità militari? (si rammentano gli esisti della sperimentazione?). La Regia Marina non ne era edotta ? E neppure il capo di stato maggiore generale, Maresciallo Badoglio? e nemmeno il capo dell’Aeronautica, generale Pricolo, che ricopriva anche l’incarico di sottosegretario di Stato?! E  che dire del capo della Regia Marina, ammiraglio Riccardi e, prima di lui, Cavagnari? Tutti distratti, assenti, sordi, ciechi e anche muti? Come certi presunti storici e storiografi? (E’ mai stato fatto l’inventario del  carico di quei mercantili e di quelle cisterne?”)
Guerriglia? Oppure azioni finalizzate, e ben manovrate da informazioni preventive, a indebolire le forze motocorazzate italo/tedesche agli ordini del generale Rommel  che nel novembre/dicembre 1941 avevano durissimamente sconfitto l’8^ armata britannica annientando, polverizzando alcune brigate carri nemiche ed erano sul punto di invadere l’Egitto e vincere la guerra in Africa Settentrionale?
Non sarebbe il caso di scrivere e proclamare la verità dei fatti?